La mia vita assomiglia tantissimo a camera mia.
E’ in un certo senso ovvio che sia così, altrimenti programmi come Mtv Room Raiders non avrebbero possibilità di esistere.
Riflettendo, ho compreso che camera mia oltre ad accogliere tutte le mie cose, e quindi a rappresentarmi, assomiglia alla mia vita in quanto passa anche lei momenti brutti, momenti felici, assiste a giornate di pioggia, si addormenta e si sveglia con me e mi fa compagnia le notti insonni che passo a scrivere.
Il pavimento è di marmo, nero con piccoli innesti di colore chiaro, perché non si può essere totalmente pessimisti e perdere l’aggancio con la realtà dei fatti. Così come non può avvenire il contrario.
La scrivania è immensa, in legno di ciliegio, robusta e con due piccoli cassetti che custodiscono i segreti; Non bisogna mai avene troppi di segreti; a me due cassettini sono più che sufficienti.
Il tavolo è il mobile che uso di più dopo il letto, ed è sempre pieno di cose, ma rimane uno spazio più che sufficiente per scrivere, pensare, studiare… Ci sono i libri dell’università, i portamatite, qualche orecchino, foglietti sparsi, il calendario con i miei impegni, biglietti dell’autobus che mi ricordano qualcosa d’importante e il Game boy con Tetris. Conserva alla rinfusa gli eventi più recenti, quello che nel momento mi gira per la testa, la visita sportiva, le pile del Game Boy scariche, l’esame di Geografia della Comunicazione, Moby Dick.
Sopra la scrivania c’è il porta cd, orgogliosamente pieno, quasi sovraffollato, che va dal singolo 50 special dei Lunapop, agli Abba, passando per BSB, Blink 182 e, ovviamente Coldplay, Negrita, Ligabue(rubato a mia sorella) e varie colonne sonore, senza contare tutto quello scaricato dal web.
Sotto la musica ci sono i film: Matrix, Forrest Gump, Bridget Jones e altri, tutti faticosamente conquistati in anni di sempre magre paghette. Alcuni hanno un significato particolare e importante, altri sono lì solo per un errore di percorso…capita…
Musica e film sono di gran lunga le cose migliori della mia vita, backstreet boys e pearl harbour a parte, quasi raggiungono l’amore per il basket.
La libreria è piccola e riempita di troppa roba: i libri di arte del liceo, qualche orrendo disegno che ha valore affettivo, tanti quaderni in cui ho incominciato a scrivere e non ho mai finito, una scatola di foto, libri e materiale per il punto croce, qualche scatola piena di ricordi, candele e un mappamondo orientato sull’Australia.
Penso che questo spazio sia associabile allo spazio della malinconia e degli interessi che non posso approfondire nel momento. Detesto rivangare il passato, ma se la depressione supera le barriere di contenimento, la scatola della reebok (uguale a quella di Demi Moore in Ghost…hihihi) viene aperta, le fotografie degli ultimi vent’anni scorrono lentamente e per le due ore successive esistiamo solo io e il mio passato. Se alle foto aggiungo i diari dell’adolescenza, è la fine! I miei parenti devono venirmi a raccogliere con un cucchiaino!
Dalla parte opposta alla scrivania c’è l’armadio, vecchio, piccolo e anche questo sovraffollato di vestiti, maglie, pantaloni che popolano ogni angolo della stanza. Sopra l’armadio ho creato una specie di centro estetico, perché tra piastra per capelli, silk epil, cremine varie, elastici, specchi e trucchi, poco ci manca che installi un casco per la permanente.
Il letto è normale, a una piazza, cigola e anche lui è vecchio ma è comodo e quando torno da un viaggio, la prima cosa che faccio è buttarmici sopra. Sotto il letto ci sono tre cassettoni dove tengo le scarpe, quando sono annoiata o un po’ triste li apro e ammiro quanto buon gusto ho in fatto di calzature. Tra il cuscino e il muro non manca mai un fazzoletto e, dove il muro fa angolo si trova una piccola comunità di peluche, che mi segue da quando ero piccola. Ovviamente, data la mia febbre per la pallacanestro, vicino ai peluche risiede stabilmente la canotta del mio giocatore preferito (che ovviamente saluto prima di addormentarmi e appena mi sveglio…).
Il comodino è un tavolino che avevamo nel salotto della casa vecchia; è meraviglioso, è bassissimo ma largo e lungo, su cui Hemingway, il Che, Baudelaire e Neruda sono accatastati a far sì che ci sia quel senso di caos ordinato tanto di moda. Poi ci sono la sveglia e lo stereo.
Il letto fa parte della mia giornata; ci sono volte in cui non penso ad altro, a chiudere gli occhi e passare oltre dodici ore pessime. Il comodino, invece custodisce le cose veramente importanti, quelle che hanno avuto un senso o ne avranno uno, quello che serve per coltivare l’anima. Tipo il Padrino di Mario Puzo.
Ma la somiglianza straordinaria, ma forse nemmeno così tanto, è che – per esempio – quando riordino in camera mia, quando voglio che tutto sia a posto, quando cambio posto agli oggetti, la nuova disposizione pulita, ordinata delle cose dura al massimo qualche giorno, dopodiché i vestiti tornano fuori posto, la polvere si impadronisce dei mobili, le scarpe sono in ogni angolo e trovo i calzini spaiati. Una tragedia.
Più o meno succede lo stesso nella mia vita, l’ordine duramente ottenuto, i cambiamenti faticosamente decisi, resistono molto poco rispetto al tempo che ci metto per raggiungerli. Spesso mi capita di stare sdraiata sul letto a pensare a quanto mi fa schifo la mia camera. Il momento dopo sto pensando a quanto non mi piace la mia vita. Sorprendente.
Ma poi le cose vanno a posto. Arriva il giorno in cui spolvero, sistemo l’armadio, cambio le lenzuola, pensando a quanto è più bella la mia cameretta ordinata.
Questa operazione succede anche nella al di fuori di camera mia, solo che succede meno spesso e la fatica che metto nel riassettare la mia stanza non è di certo comparabile a quella che mi serve per riordinare i casini che faccio nella realtà!!
E’ in un certo senso ovvio che sia così, altrimenti programmi come Mtv Room Raiders non avrebbero possibilità di esistere.
Riflettendo, ho compreso che camera mia oltre ad accogliere tutte le mie cose, e quindi a rappresentarmi, assomiglia alla mia vita in quanto passa anche lei momenti brutti, momenti felici, assiste a giornate di pioggia, si addormenta e si sveglia con me e mi fa compagnia le notti insonni che passo a scrivere.
Il pavimento è di marmo, nero con piccoli innesti di colore chiaro, perché non si può essere totalmente pessimisti e perdere l’aggancio con la realtà dei fatti. Così come non può avvenire il contrario.
La scrivania è immensa, in legno di ciliegio, robusta e con due piccoli cassetti che custodiscono i segreti; Non bisogna mai avene troppi di segreti; a me due cassettini sono più che sufficienti.
Il tavolo è il mobile che uso di più dopo il letto, ed è sempre pieno di cose, ma rimane uno spazio più che sufficiente per scrivere, pensare, studiare… Ci sono i libri dell’università, i portamatite, qualche orecchino, foglietti sparsi, il calendario con i miei impegni, biglietti dell’autobus che mi ricordano qualcosa d’importante e il Game boy con Tetris. Conserva alla rinfusa gli eventi più recenti, quello che nel momento mi gira per la testa, la visita sportiva, le pile del Game Boy scariche, l’esame di Geografia della Comunicazione, Moby Dick.
Sopra la scrivania c’è il porta cd, orgogliosamente pieno, quasi sovraffollato, che va dal singolo 50 special dei Lunapop, agli Abba, passando per BSB, Blink 182 e, ovviamente Coldplay, Negrita, Ligabue(rubato a mia sorella) e varie colonne sonore, senza contare tutto quello scaricato dal web.
Sotto la musica ci sono i film: Matrix, Forrest Gump, Bridget Jones e altri, tutti faticosamente conquistati in anni di sempre magre paghette. Alcuni hanno un significato particolare e importante, altri sono lì solo per un errore di percorso…capita…
Musica e film sono di gran lunga le cose migliori della mia vita, backstreet boys e pearl harbour a parte, quasi raggiungono l’amore per il basket.
La libreria è piccola e riempita di troppa roba: i libri di arte del liceo, qualche orrendo disegno che ha valore affettivo, tanti quaderni in cui ho incominciato a scrivere e non ho mai finito, una scatola di foto, libri e materiale per il punto croce, qualche scatola piena di ricordi, candele e un mappamondo orientato sull’Australia.
Penso che questo spazio sia associabile allo spazio della malinconia e degli interessi che non posso approfondire nel momento. Detesto rivangare il passato, ma se la depressione supera le barriere di contenimento, la scatola della reebok (uguale a quella di Demi Moore in Ghost…hihihi) viene aperta, le fotografie degli ultimi vent’anni scorrono lentamente e per le due ore successive esistiamo solo io e il mio passato. Se alle foto aggiungo i diari dell’adolescenza, è la fine! I miei parenti devono venirmi a raccogliere con un cucchiaino!
Dalla parte opposta alla scrivania c’è l’armadio, vecchio, piccolo e anche questo sovraffollato di vestiti, maglie, pantaloni che popolano ogni angolo della stanza. Sopra l’armadio ho creato una specie di centro estetico, perché tra piastra per capelli, silk epil, cremine varie, elastici, specchi e trucchi, poco ci manca che installi un casco per la permanente.
Il letto è normale, a una piazza, cigola e anche lui è vecchio ma è comodo e quando torno da un viaggio, la prima cosa che faccio è buttarmici sopra. Sotto il letto ci sono tre cassettoni dove tengo le scarpe, quando sono annoiata o un po’ triste li apro e ammiro quanto buon gusto ho in fatto di calzature. Tra il cuscino e il muro non manca mai un fazzoletto e, dove il muro fa angolo si trova una piccola comunità di peluche, che mi segue da quando ero piccola. Ovviamente, data la mia febbre per la pallacanestro, vicino ai peluche risiede stabilmente la canotta del mio giocatore preferito (che ovviamente saluto prima di addormentarmi e appena mi sveglio…).
Il comodino è un tavolino che avevamo nel salotto della casa vecchia; è meraviglioso, è bassissimo ma largo e lungo, su cui Hemingway, il Che, Baudelaire e Neruda sono accatastati a far sì che ci sia quel senso di caos ordinato tanto di moda. Poi ci sono la sveglia e lo stereo.
Il letto fa parte della mia giornata; ci sono volte in cui non penso ad altro, a chiudere gli occhi e passare oltre dodici ore pessime. Il comodino, invece custodisce le cose veramente importanti, quelle che hanno avuto un senso o ne avranno uno, quello che serve per coltivare l’anima. Tipo il Padrino di Mario Puzo.
Ma la somiglianza straordinaria, ma forse nemmeno così tanto, è che – per esempio – quando riordino in camera mia, quando voglio che tutto sia a posto, quando cambio posto agli oggetti, la nuova disposizione pulita, ordinata delle cose dura al massimo qualche giorno, dopodiché i vestiti tornano fuori posto, la polvere si impadronisce dei mobili, le scarpe sono in ogni angolo e trovo i calzini spaiati. Una tragedia.
Più o meno succede lo stesso nella mia vita, l’ordine duramente ottenuto, i cambiamenti faticosamente decisi, resistono molto poco rispetto al tempo che ci metto per raggiungerli. Spesso mi capita di stare sdraiata sul letto a pensare a quanto mi fa schifo la mia camera. Il momento dopo sto pensando a quanto non mi piace la mia vita. Sorprendente.
Ma poi le cose vanno a posto. Arriva il giorno in cui spolvero, sistemo l’armadio, cambio le lenzuola, pensando a quanto è più bella la mia cameretta ordinata.
Questa operazione succede anche nella al di fuori di camera mia, solo che succede meno spesso e la fatica che metto nel riassettare la mia stanza non è di certo comparabile a quella che mi serve per riordinare i casini che faccio nella realtà!!