Thursday, November 30, 2006

Come classificare i ragazzi sia mammut che opossum…i maschietti non si offendano...

In fatto di uomini, il mio tipo ideale è alto, atletico e con i lineamenti semitici… i nasi grossi mi fanno impazzire. Ma può essere anche grasso, magro, calvo o capellone, non mi importa. E’ così. Noi donne possiamo sentirci attratte fisicamente da chiunque. (Wendy Shanker, Vere Curve, Guida alla vita per ragazze grasse)

E’ proprio così, care Mammut alla lettura. Basta che quegli animali strani e spesso un po’ stronzi chiamati ragazzi abbiano un piccolo particolare, una minuscola caratteristica che ci colpisce, e BAM, il danno è fatto! Se non siamo abbastanza forti da conservare un briciolo di amor proprio, restiamo inevitabilmente cotte e, almeno per quanto mi riguarda, insopportabilmente bruciate.
E’ necessario quindi, per evitare troppe dolorose ustioni, imparare a classificare questi esseri, che indiscutibilmente hanno valore per la nostra vita sociale, ma che non dovrebbero prenderne possesso senza il nostro permesso.
Per quanto sia facile dirlo, io non sono mai riuscita a mettere in pratica le poche righe scritte qui sopra, quindi per adesso colleziono delusioni più o meno cocenti, continuando a sperare che il Mio Mammut sia solo in ritardo perché ha trovato traffico.

Detto ciò, in passato mi sono dilettata generando una singolare classificazione degli esemplari maschili (o uomini o ragazzi che dir si voglia), che si basa sul piano esclusivamente estetico, e che è sempre stata apprezzata e utilizzata dalle amiche nella mia situazione. La propongo aggiornata e con la speranza che riscuota il successo del prontuario della ragazza fashion.

Il mio modello di uomo perfetto è alto, slavato, con il viso da bambino e la voce baritonale. Tutte queste “qualità” sono racchiuse in un unico corpo, precisamente in quello di Radoslav (Rasho) Nesterovic, giocatore dei Toronto Raptors, che è alto 213 centimetri, è sloveno (più slavo di così…), biondo, con la carnagione di Lerch della famiglia Addams e nonostante abbia trent’anni ha il viso di un bambino di 8 anni. Meraviglioso.
Da questo modello si diramano i vari rami dello schema, più o meno meritevoli di attenzione a seconda di quanto si discostino dall’esempio tipico.

Monday, November 27, 2006

I Try, Macy Gray

Games, changes and fears
When will they go from here
When will they stop
I believe that fate has brought us here
And we should be together, babe
But we're not
I play it off, but I'm dreaming of you
I'll keep my cool, but I'm feigning

I try to say goodbye and I choke
Try to walk away and I stumble
Though I try to hide it, it's clear
My world crumbles when you are not near
Goodbye and I choke
I try to walk away and I stumble
Though I try to hide it, it's clear
My world crumbles when you are not near

I may appear to be free
But I'm just a prisoner of your love
And I may seem all right and smile when you leave
But my smiles are just a front
Just a front, hey
I play it off, but I'm dreaming of you
I'll keep my cool, but I'm feigning

I try to say goodbye and I choke
Try to walk away and I stumble
Though I try to hide it, it's clear
My world crumbles when you are not near
Goodbye and I choke
I try to walk away and I stumble
Though I try to hide it, it's clear
My world crumbles when you are not near
Here is my confession
May I be your possession
Boy, I need your touch
Your love kisses and such
With all my might I try
But this I can't deny
Deny

I play it off, but I'm dreaming of you
(but I'm dreaming of you babe)
I'll keep my cool, but I'm feigning

I try to say goodbye and I choke (yeah)
Try to walk away and I stumble
Though I try to hide, it's clear
My world crumbles when you are not near
(when you are not near aahh)
Goodbye and I choke (yeah, yeah, yeah)
I try to walk away and I stumble (hey, hey, hey)
Though I try to hide it, it's clear (sick of love)
My world crumbles when you are not near (your love, kisses and)

Goodbye and I choke (I'm choking)
I try to walk away and I stumble
Though I try to hide it, it's clear
My world crumbles when you are not near
(when you are not there, yeah, yeah yeah)
Yeah, yeah..

Tuesday, November 21, 2006

Sabbiuno di Piano, Castel Maggiore, Bologna -parte seconda-

La sala giochi è al numero due nella mia personale classifica. Anche in questo caso si tratta di un salone con due cattedre sistemate sotto le finestre e ricoperte di giocattoli di ogni tipo, dai Lego agli Action Man; dalle macchinine agli strumenti musicali. In questo luogo è tutt’ora vietato giocare a palla, salvo che con quella di spugna, che non rimbalza, quindi non c’è gusto.
Ma la meraviglia di tutte le meraviglie è il biliardino. Ce ne sono tre, due da bar e uno più scrauso, di plastica che traballano vita natural durante. A Sabbiuno, chiunque, maschio o femmina, prete o suora, ha a che fare almeno una volta con il biliardino. Non credo che esista un gioco più divertente da fare con le persone che conosci da una vita. Ho perso il conto di quante volte ci ho giocato. Ho iniziato in porta, perché in casa mia, sia mio padre che mia sorella sono ottimi portieri, io invece ho capito che il mio posto è in attacco, e sono brava; ultimamente, ho vinto 2 mortadelle da un chilo in 2 tornei diversi (non è un tipico premio da parrocchia di campagna?!?).
Ma la prima posizione della classifica è sicuramente occupata dall’esterno del doposcuola, il cortile.
Innanzitutto c’è un campo da calcio (chiamato “il campone”), dove ho giocato a calcio, a pallavolo, mi sono smagliata tutte le paia di calzamaglie che mia madre si è ostinata a farmi mettere finché non si è rassegnata al fatto che sono un maschiaccio, mi sono sporcata, graffiata, ferita, mi sono rotta un dito e mi sono divertita da pazzi a fare a gavettoni e a giocare a Nascondino anche quando non dovevo(ossia qualche mese fa…).
Di fianco al campone, si trova il piccolo parco per i piccini dell’asilo, dove proliferano le altalene -che era fisso fossero sempre occupate quando ci volevo salire io, uffa-, le casette di plastica (ottimo nascondiglio per Nascondino), 2 giostre e “il castello”, una struttura in ferro, tipo un’impalcatura, su cui fare capriole e numeri da circo; uno dei giochi più in voga era infilarsi nelle 2 torrette il più velocemente possibile, mentre quelli che erano rimasti fuori, furenti, lanciavano i sassetti da per terra con tutta la forza di cui disponevano. Fantastico. Una parte del campone da poco è stata recintata, e in questo luogo protetto ci hanno sistemato la sabbiera e altri giochi per i bambini piccoli, e qui, anche avendo ascendente sulle suore, proprio non si può entrare...peccato.
Dalla parte opposta alla sabbiera, ci sono il campo da calcetto e il campo da basket…ovviamente il mio preferito! I pomeriggi d’estate, vespe che si annidano sotto il ferro permettendo, li passo a tirare a canestro proprio lì. Poi ogni tanto mi fermo, e osservo il campanile e le nuvole che passano, i campi coltivati tutt’intorno e come una stupida sorrido. E’ il posto dove mi sento più tranquilla in assoluto. Ci ho passato la vita lì, è il luogo dove per la prima volta ho fatto amicizia e mi sono innamorata, dove ho litigato e dove ho sofferto, dove ho imparato ad allacciarmi le scarpe e a scrivere.
Probabilmente questo è il mio posto del cuore, è il posto in cui penso di essere quando lo stato delle cose non mi piace o mi fa star male. Pensandoci non è molto fuori dal comune: un campanile con le nuvole che lo sfiorano.

Spero che chi legge abbia qualcosa di simile nel cuore.

Sabbiuno di Piano, Castel Maggiore, Bologna -parte prima-

Quasi tutti i sabati, dalla caotica città con i portici, torno nel mio angolo di paradiso personale.
E’ un luogo che effettivamente ha poco di paradisiaco, e chi ci abita o lo frequenta non ne ha una così buona considerazione. Ma se mi trovassi a dire che luogo associo alla parola “casa” (aarrrghh! La semiotica si sta impossessando di me!), sarebbe proprio Sabbiuno.
Percorrendo la via Ferrarese verso Ferrara, ai confini di Bologna, girando lo sguardo verso sinistra, vedrete con chiarezza il profilo di un campanile che spicca sull’autostrada.
Detta così questo posto, che conta grossomodo 600 abitanti, una fermata dell’autobus, una trattoria e un incrocio assassino, non ha nulla di più di Lovoleto, Trebbo, Funo, Cadriano o qualche altro piccolo comune della provincia.
Invece per me è fantastico. La vita si sviluppa attorno alla chiesa, che da un lato ha la trattoria, e dall’altro, quello del campanile, ha il vero motore della comunità: l’oratorio, l’asilo, il doposcuola e i campi da gioco.
Il sagrato della chiesa è proprio sulla strada ed protetto da quelli che noi bolognesi chiamiamo “fittoni”, cioè colonnine di cemento sistemate in fila, luogo di ritrovo e di sosta (sono abbastanza larghi per sedersi) delle varie “balotte” che gravitano attorno a Sabbiuno.
Dovrei dedicare un intero romanzo alle suore di Sabbiuno, che curano il doposcuola e l’asilo, per ora basti sapere che probabilmente vige un limite di altezza nel loro ordine, infatti nessuna supera il metro e quaranta; insomma, tre suore di Sabbiuno una sopra l’altra, fanno una suora normale. Inoltre è quasi provato che una delle sorelle abbia doti soprannaturali, dato che è da vent’anni che di anni ne ha 80.
Tornando al doposcuola, è incredibile che quando percorro le aule, i corridoi, le sale, anche il più piccolo angolo generi un ricordo della mia infanzia.
Curiosando un po’ nelle varie aule, si trovano giochi fantastici o lecca-lecca giganti,
che sarebbero a uso e consumo esclusivo dei pargoli delle elementari, ma esiste una legislazione non scritta per cui se a Sabbiuno ci stai da una vita, godi di permessi e concessioni straordinarie che ti autorizzano a usufruire di beni riservati agli alunni (dopotutto sei stato alunno anche tu…)
Nell’aula video, c’è un televisore che ha circa gli anni della suora di prima, e le cassette, rigorosamente educative, sono le stesse da una vita, per cui chiunque sia rimasto al doposcuola il venerdì pomeriggio le conosce a memoria.
In un’altra, invece, c’è un armadio magico, perché tra caramelle, pennarelli, gessetti colorati e pongo(!!!), mi fa ritornare indietro a quando, finiti i compiti per il giorno dopo, potevo alzarmi dal mio banco e andare a scegliere un gioco dall’armadio, appunto; e visto che i compiti non riuscivo quasi mai a finirli in tempo, succedeva raramente che riuscissi ad avere accesso ai giochi e quindi era una grande soddisfazione.
Uno dei posti più belli è il refettorio. In questo stanzone, ci sono (e ci sono sempre stati) tavoli grandi verdi verso le pareti, e tavolini minuscoli, rossi, gialli, azzurri, con relative sedie, al centro.
Il ricordo più dolce era l’arrivo all’asilo prima delle 8: quando succedeva, il caffelatte più buono del mondo con un brustolino (pane secco abbrustolito) ti aspettava su uno dei tavolini. Aveva la capacità di scaldarmi.
Adesso, quando capita di essere nel refettorio, la cosa più bella è sedersi sui tavolini, che saranno alti , non so, circa 50 cm; questo è fantastico, perché quando ero piccola, era illegalerrimo sedersi su qualcosa che non fosse una sedia. Poi, come si diceva prima, crescendo, le possibilità di infrangere le regole sono aumentate.
Sulla parete più ampia è stato ricavato il palco, croce e delizia di tutti coloro che hanno frequentato il doposcuola. Largo 3 passi, profondo forse 4, qui si tenevano tutte le recite di natale; una volta io ho fatto la parte di Maria nella natività. Una bambina strabica con la zeppola, che mal sopportava il velo da madre di Gesù. Mi ricordo ancora la scomodità di dover stare in ginocchio di fianco alla culla. I più belli però erano i miei amici che facevano il bue e l’asinello, con le orecchie e le corna di cartone. Spettacolari.
Il refettorio ha una porta che da sulla cucina, e di fianco alla cucina, c’è un’altra porticina che è quella della dispensa, dove vengono conservate le merendine destinate ai bambini, e per questo motivo è chiusa a chiave. Ma crescendo, si impara anche velocemente a conquistarsi la fiducia di chi sa il luogo segreto dove è custodita la magica chiave, che nei lunghi e noiosi sabato pomeriggio, può essere decisamente utile. La procedura è semplice: ci si appropinqua alla porta della dispensa, possibilmente cantando la canzoncina di Mission Impossible, si entra, si arraffano i tipi di merendine che si erano stabiliti (non si può perder tempo a scegliere sul momento), mentre chi fa il palo controlla che le suore non siano nei paraggi, si esce velocemente con il bottino, e si spartisce con gli altri che aspettano fiduciosi, pronti -se servisse- a procurarti un alibi.

Wednesday, November 15, 2006

Il prontuario della ragazza fashion

Siete appena entrate nel tentacolare mondo del lavoro e non sapete come gestire la vostra immagine?
Desiderate cambiare stile di vita per diventare finalmente una fashion victim e stare al passo con le tendenze che contano?
Pensate che un misero taglio di capelli e un guardaroba nuovi non bastino?
Ecco la vostra soluzione. Questo esclusivo prontuario, da portare sempre con voi a colazioni di lavoro, briefing e brainstorming, contiene le regole necessarie per apparire belle, sicure di sé e alla moda, e forse vi aiuterà pure a trovare un uomo (ma non è detto, perchè un prontuario non fa miracoli).

● Uno dei primi obiettivi che una ragazza fashion si deve porre è quello di sbagliare almeno un Congiuntivo in almeno una conversazione al mese, per iniziare.

● Nella bag di una ragazza fashion non possono mai mancare: specchio, correttore, assorbente (meglio se interno), pettine e soprattutto gloss.

● Il rosa e tutte le sue sfumature e derivati, sono un must, e stanno bene su tutto.

● Molte persone sottovalutano la raffinatezza insita in Paris Hilton. La vera ragazza fashion dovrà allora cercare di imparare il più possibile dalle apparizioni in pubblico della famosa ereditiera.

● E’ opportuno, per una accettabile vita sociale fashion, essere costantemente aggiornati sull’Isola dei Famosi. Per conoscere gli orari delle sintesi, collegarsi al sito: www.cosmopolitan.it

● E’necessario tenere sempre a mente almeno tre frasi adeguate a tutti i tipi di occasione, che faranno apparire la persona colta e con buona proprietà di linguaggio:
▫ Trovo che per procedere nell’operazione sia necessario un feedback positivo agli items proposti per colmare il gap motivazionale che per ora condiziona il management del personale;
▫ Hai visto le Invasioni Barbariche ieri sera? Si è discusso a proposito del radical chic, di cui per altro Daria Bignardi e i suoi stupendi ospiti, ne sono la quintessenza;
Decisamente bonighettiano (esclamazione utile in molte situazioni, ma da usare con parsimonia, in quanto tendente a un registro raffinato, che si discosta da quello delle redattrici di Charme);

● “Il Diavolo veste Prada” ormai è out. Sta invece tornando di gran tendenza lo stile anni’80. Per questo motivo è necessario riguardare attentamente “Una donna in carriera” e “Nata ieri”. Se i titoli non fossero disponibili, è suggerito anche “Pretty woman”, prestando però attenzione alla differenza tra i campi lavorativi delle protagoniste.

● Per essere veramente fashion, non basta cercare di esserlo, bisogna averne l’esigenza.

● La libreria della perfetta ragazza fashion deve ovviamente contenere solo i titoli più in voga. Per essere sempre aggiornate, inserite tra i (siti) preferiti del vostro Mac (preferibilmente ibook G4)
www.cosmopolitan.it, almeno per iniziare.

● La musica che una ragazza fashion deve ascoltare si rifà alle classifiche di vendita. Il sito
www.cosmopolitan.it può essere molto utile anche in questa occasione. In ogni modo è sempre gradito il possesso di un iPod.

● Per aumentare la stima del capo, l’invidia delle colleghe, l’adorazione delle sottoposte, nulla è più indicato di un bel paio di ballerine, di cui ovviamente la ragazza fashion parlerà con dovizia di particolari nel suo aggiornatissimo e cliccatissimo blog.


● Per una ragazza fashion, le parole “tempo libero” non esistono. Durante la settimana, finito il lavoro, la ragazza fashion andrà in palestra; il venerdì sera (dopo aver guardato le Invasioni Barbariche), andrà a cenare in un locale alla moda; durante il resto del fine settimana nulla vieta di fare una capatina al Bagno Mio Capitano (o limitrofi) di Marina di Ravenna. Se di fronte a questo programma la ragazza si sentirà oberata dagli impegni, si rassicuri: il suo capo non verrà mai a sapere che le sue attività preferite sono in realtà rimanere stravaccata sul divano a mangiare arachidi guardando film demenziali con Ashton Kutcher (l'attore più in voga del momento: aaaaahhhh!). L’importante però è che la ragazza intelligentemente fashion sappia intrattenere una conversazione precisa, dettagliata e spontanea su almeno uno scampolo del suo tempo libero apparente.

● Per una vera ragazza fashion, la cosa più importante è che qualcun altro le invidi un oggetto, che per forza di cose sarà decisamente fashion! Quindi per prima cosa domani mattina, la ragazza fashion si procurerà un oggetto, di qualsiasi natura e inutilità, decisamente trendy che dovrà assolutamente sfoggiare al più presto in ufficio.


Qui si conclude la carrellata di preziosi consigli di base per essere e sentirsi fashion, cosa che ormai sembra distinguere le persone ok. Quest'opera imperdibile è stata partorita dalla mia mente di mammut che ha seri problemi, ed è dedicata ovviamente a mia sorreta(a cui è stata donata esclusivissima copia cartacea), ma anche -e soprattutto- a tutte coloro che mi hanno insegnato qualcosa sull'argomento: Babbu, Anna, Rita, Sari, Miri, Chiara, Silvia, il signor Matteo Russo( che non è una donna ma sa come conquistare un uomo...ACP...), e molti altri che inconsapevolmente mi hanno ispirata e continuano a farlo. Amiche, divulgate questa Bibbia dello stile: nel mondo c'è bisogno di fare del bene.

Ciau

Sunday, November 12, 2006

anteprima

Comunico che mercoledì, o al massimo giovedì potereaimammut pubblicherà un fantastico post, del quale sono molto orgoliosa ed è tutta farina del mio sacco, che sarebbe già pronto, ma per motivi che saranno spiegati in seguito(compleanno sorella), è ancora in stand-by..
Ho scritto giusto per farmi viva, purtroppo non è un momento molto creativo(sarà l'esame di Sociologia?!?!?)
buona navigazione

Tuesday, November 07, 2006

mezzanotte meno 5, lunedì 6/11

E pensare che mi ha sfiorato l'idea di smettere di giocare...
E invece oggi arrivo in palestra, e come al solito il lunedì prima del nostro allenamento, gocano gli Under 21, ed è tutto normale: prima di sfogare le ansie preesame correndo e tirando, sbavo un po' per dei gran gnocchi alti 2metri...già la serata parte bene.
Mi cambio e vado avedere l'ultimo quarto di partita dei maschietti, mi siedo tra le mie compagne, tra altre mille persone. Saluto la Chiara, che è dietro di me sugli spalti, poi ritorno a concentrarmi sulla partita. Ad un tratto mi rendo conto che dietro la Chiara c'è una persona a me fin troppo nota. Con tutta la nonchalance del caso mi giro per accertarmi che chi ho visto sia effettivamente...Perù!!!!
Eh, sì, è proprio lui, è il mio Perù, il ragazzo per cui ho pianto, ho smaniato, ho reso la mia vita un inferno, per gli ultimi tre anni della mia -pietosa- esistenza al liceo. Ovviamente lui non mi ha mai degnata di uno sguardo, altrimenti non sarei diventata un mammut.
Piano piano mi torna in mente quanto mi piaceva, quanto ho rotto le palle alle mie amiche(Santa Sara e Santa Miri) per questo, quanti caffè ho ingurgitato per vederlo almeno una volta al giorno, quanto tempo ho pensato a come fare per avvicinarlo, e quante occasioni ho perso per farlo.
Fiumi di poesie, cascate di parole, per tentare di spiegare cosa provavo quando lo vedevo...e adesso che è più vicino di quanto non sia mai stato, adesso che è a meno di 3 metri da me, adesso che potrei sorridergli, salutarlo...in realtà non mi va per nulla!
Non credo ai miei occhi (o al mio cuore?), c'è Perù, non lo vedo da 4 lunghi mesi, e...non provo nulla!!! Sì, bello è bello, anzi, bellissimo. Moro, occhi di ghiaccio, gran fisico, sembra Gael Garcia Bernal, ma non sento proprio niente! Fantastica sensazione di vuoto!
Sorrido da sola di questo, mentre le mie compagne mi guardano perlesse. Finisce la partita dei maschietti, nel frattempo ho squadrato ben bene il mio bel Brunamonti (il nuovo Perù?spero ben di no!) e tocca a noi ragazze entrare in campo. Perù è sempre là che guarda, un pò stranito; chissà cosa si aspettava...
Ricevo palla, arresto, tiro da 4 metri, canestro.Perfetto.
A presto mio bell'Opossum.
Finale ancora migliore: dopo qualche minuto di allenamento, il mio allenatore se ne torna a casa perchè ha la diarrea. L'allenamento è passato in un soffio.

E' per serate come questa che non mi sono ancora arresa.

ore 16,45 lunedì 6/11

E' possibile influenzare i pensieri delle persone che si incontrano casualmente?
Cioè, le persone che incontro, il mio vicino in biblioteca, quello a cui presto la penna in facoltà, per qunto tempo si ricorderanno di avermi incontrata?
Se il suddetto vicino ed io ci assomigliamo (capelli e occhi chiari, altezza, corporatura robusta...), secondo me è possibile che il ricordo reciproco rimanga vivo più a lungo.
Cosa certa è che il SUO ricordo è rimasto ben impresso nella MIA mente.
Da un sacco di tempo desidero avere la capacità di capire che cosa pensano gli altri di me . La prima impressione almeno. Non sarebbe neanche troppo scorretto, credo.
Ma il punto, che decisamente abbassa il livello del filosofico pensiero, è: Perchè il ragazzo molto carino che per un'ora e 5 minuti è stato seduto vicino a me, non ha mosso un muscolo in mia direzione, mentre io non ho fatto altro -oltre a studiare, ovviamente- che pensare come impezzarlo in modo originale????Perchè lui no?Ecco che il leggere la mente torna desiderato. Cavolo. Perchè era lì? Cosa stava studiando?Chi stava aspettando? Cosa ha letto su Repubblica?Forse si è semplicemente seduto per studiare un po' in pace come ho fatto io...boh...Aaaarrrgghhh!!!!!!!1
L'unica cosa certa ed evidente è che lui i miei pensieri li ha decisamente influenzati.