Wednesday, February 27, 2008

Aggiornamento rapido ed essenziale

Oggi scrivo sinceramente commossa dalle richieste di "post personali" avanzate da lettrici...sarà per me un onore dedicare spazi e battute a ognuna di voi. Sfortunatamente ora sono un pochino incartata, per cui temo di dover rimandare questo privilegio, ma prometto che lo farò (e questa è una Magda-promessa).

Intanto la mia vita scorre sui soliti, monotoni binari e nulla in questi giorni mi ha dato l'ispirazione per un post degno di questo nome. Ma siccome non mi piace vedere per troppo tempo lo stesso titolo quando visito il blog, mi arrendo a un mero riassunto di quello che sto facendo, anche se l'idea non mi convince molto.

In questo periodo ho tre capisaldi: Palla, Pappa e Pubblicazioni.

Palla perchè pur ricevendo da molti anni a questa parte continue conferme del mio poco talento, non riesco a fare a meno di giocare a basket, soprattutto perchè ho bisogno di qualcosa che dia uno scossone alla mia routine quotidiana;

Pappa perchè quando non gioco a basket mangio: e mangio di tutto, dai biscotti al pollo, dall'insalata di mare al mascarpone. Soffro di una sorta di fame nervosa che mi acceca, e quando mi prende non riesco a resistere. D'altronde il cibo è il mio più grande piacere della vita, per cui me lo godo in quanto tale (niente commenti su quali altri piaceri esistano, oltre a ingozzarsi per una palese carenza affettiva, grazie...).

Pubblicazioni nel senso di libri e libri nel senso di esami, che quando non gioco o non mi strafogo in teoria dovrei studiare. Peccato però che lo studio non sia mai stato tra le mie priorità, per cui ora che si sta avvicinando la sessione e io mi accorgo di essere mostruosamente indietro, costruttivamente inizio ad agitarmi, a mangiarmi le unghie e con le stesse a grattarmi, poi vado in cucina, mi strafogo e vado a giocare a basket, poi torno mi mangio le unghie, mi gratto e vado a strafogarmi e...AAAARRRGGGHH!!!!!!!!

Forse sono un po' schizzata?!?

Tuesday, February 19, 2008

Giungla metropolitana

Il freddo è implacabile nonostante le due paia di calze, la sciarpa di pile, i guanti.

Ma a lezione ci devo andare, anche solo perchè se sono al cospetto della Cinzia sono già fuori casa, e non avrebbe senso tornare dentro (più che altro è che c'è mia mamma in casa, colei che paga le rette, e tra il freddo e il terrore...preferisco il freddo).

Lungo il primo tratto di strada, più che altro devo fare lo slalom (con il manubrio pesantissimo perchè nel cestino c'è la tracolla) tra i vetri delle bottiglie; a un certo punto devo percorrere circa 70 metri in mezzo alla strada, per essere del minimo intralcio alle auto (che detta così sembra tutto il contrario).

E i brividi non sono finiti. Ora c'è il ponte. Grazie al cielo sul marciapiede c'è la pista ciclabile, che nessun pedone rispetta, ma che comunque è presente. Altro, peggiore problema: i freni non funzionano. Il vero freno è il mio piede. Il che su un ponte di discreta pendenza non è il massimo. Ma giorno dopo giorno, in un modo o nell'altro, riesco a cavarmela. D'altronde in discesa tutti i santi aiutano.

Dopo il ponte arrivano i Viali. Ne devo fare un piccolo pezzo, ma sufficiente perchè la Cinzia possa mostrare tutte le sue potenzialità. Quindi prendo velocità e sento l'aria (o meglio, lo smog) tra i capelli...che sensazione fantastica!
Se non fosse che alla fine del pezzettino c'è un bel semaforo che è rosso, e la Cinzia continua a non frenare. La maturità mi ha insegnato che due energiche pedalate sono più che sufficienti per arrivare al semaforo senza l'ansia di scatafasciarmi sul paraurti del 33.

Grazie al cielo sono all'ultimo tratto. Un po' di salita che serve a donarmi l'adorato rosa porcello, qualche cacca da schivare (che cavolo mangiano i cani di via Del Borgo?!?!?) e soprattutto il pezzo con l'asfalto a dossi, in cui se sono distratta (mai!) la Cinzia cerca di disarcionarmi. Stronza...

Finalmente arrivo. Parcheggio un po' distante perchè sono impedita a legarla al palo (non so se è noto quante teorie del perfetto incatenamento esistono...), e mi avvio.
Poi fra quattro ore c'è il ritorno...

Cinzia, I love you

Friday, February 15, 2008

La gang del bosco

Tempo fa qualche lettore ha espresso il desiderio di essere descritto su questo blog... per quanto bizzarra sia la richiesta, io eseguo: vuoi mai che perda cliccate sul contatore??!?!


Dunque, nella gang non siamo tanti, e alle persone a cui racconto di noi sembra che viviamo fuori dal mondo, proteggendo attentamente il nostro centro di aggregazione.

Quella che conosco da più tempo è la Zia, ma dove viviamo il tempo è relativo, i ricordi confusi, per cui diciamo che per convenzione è lei, ma magari è qualcun'altro.
Dicevo che la Zia l'ho conosciuta per prima, e anche se si è macchiata di un orrendo crimine in seconda elementare, il destino ha voluto che le nostre strade continuassero a coincidere, va te a sapere il perchè.

Poi c'è T, che sempre alle elementari era compagno di classe di almeno due sex symbol, e forse è per questo che all'inizio gli sono diventata amica. E' il nostro chaperon (o mètre che dir si voglia) di fiducia, e per lo sforzo di questo ruolo ogni tanto gli intravedo l'occhio che gli esce dall'orbita come il professore di Daria...poverino

C'è la Princess, la nostra diva privata, uno dei rarissimi esemplari di opossum a cui voglio bene, sarà per le unghie, sarà perchè è mancina, sarà perchè nasconde benissimo la sua codaccia rosa da opossum...

A ruota della Princess segue Ghandi, e anche a lei ogni tanto parte l'occhio fuori dall'orbita, ma per lei è normale dato che studia Chimica e Tecniche Farmaceutiche. E' molto in gamba, studia sodo, lavora con i bambini, la cosa inquietante è che non abbiamo ancora capito come mangia il ghiacciolo...celebre è la sua frase, mentre guardava Mr e Mrs Smith: "quell'attore è proprio bello...ma chi è pure?!?!"

La Panca, che ama la Mini e lavora da Decathlon, nasconde in realtà ben altre passioni, che sono nell'ordine: ammucchiare piumini dei pioppi o comunque roba assai infiammabile davanti a casa e accendere l'accendino, e dire parole francesi tipo balisage o appandrì a ogni piè sospinto adducendo la scusa che "da Decathlon si parla francese tecnico perchè è un azienda francese".

Infine ci sono io, che nel Bosco non sono io, cioè sono io ma là mi chiamo Magda, sono logorroica patologica che spara cavolate a tutto spiano e verrò ricordata per: uno scivolone sul fango causato dai tradizionali gavettoni, un tentato omicidio subito dagi altri sulla neve in Trentino e un'alta scivolata con relativa faccia sbattuta per terra a cinque giorni dall'orale della maturità...

Proprio una bella Gang...

Thursday, February 14, 2008

E sdrammatizziamo...

Intrecciando la tendenza generale della blogosfera al residuo ricordo di una puntata di less than perfect (quel telefilm di mtv che parlava dell'assistente di un anchorman newyorkese) in questo giorno particolare, in cui anche il più duro e macho dei tuoi amici (che simpatica assonanza) decide di fare per la sua ragazza una torta che si chiama tenerina (e vabbè...), ho deciso di sdrammatizzare.

A questo scopo elencherò una serie di film romantici (idea presa dalla navigazione su altri blog) di cui vorrei disintegrare la videocassetta a martellate (citazione del telefilm). Per cui ora comincio.

5) I passi dell'amore e qualsiasi altra opera tratta dai romanzi di Nicholas Sparks.

4) dalla puntata 1 alla puntata 8, ma soprattutto la puntata 21 della prima stagione de Una mamma per amica . E poi mi chiedo perchè ho una percezione distorta della realtà.

3) Mai stata baciata, che per gli altri giorni dell'anno adoro, ma oggi i professori di letteratura ex giocatori di hockey mancini proprio li odio.

2) Pearl Harbour, che nella mia adolescenza idolatravo, ma poi mi sono accorta che è veramente brutto. E ingiusto soprattutto: non può essere che una - anche se è Kate Beckinsale- di riffa o di raffa trovi il modo di farsi uno snello Ben Affleck e il divino Josh.

1) Love actually, che anche se non racconta solo storie a lieto fine, la scena finale in aeroporto, quella degli abbracci mi ammazza...

Ok, ora devo andare a lezione, ma per lo meno, a metà di questa giornata particolare, so di aver fatto del mio meglio per sdrammatizzare...

Friday, February 08, 2008

Purtroppo sì

Scena: lezione universitaria di economia politica. Fine della lezione, massa di 100 persone che si dirige verso l'uscita, minuscola, da cui si passa due per volta.

Personaggi: lei, che siccome è sorda e ciecata a lezione sta in terza fila ma non volendo perder di vista il resto della schiera di uditori, nella speranza di vederLo, passa la maggior parte del tempo girata all'indietro (tipo alle elementari: Maestraaa, mi guardaaa).
Lui: romagnolo, che (in questo caso) non è un'offesa, molto carino anche di modi, la cui educazione è scambiata per folle amore da Lei (porello, n'artro...).

Azione: mentre tutti si avviano alla porticina lei lo vede. Che emozione!!Devo assolutamente attaccar bottone - pensa. No! meglio! lo attacca lui il bottone!!!che culo!!
Mentre il traffico rimane altamente congestionato i due si scambiano convenzionali paroline e opinioni sulla lezione appena finita, brontolando all'idea che all'indomani ce ne sarebbe stata un'altra di ugual pesantezza.

A un certo punto, mentre la coda per uscire si velocizza sempre più e la porta è ormai prossima, lei - prendendo il coraggio a 4 mani sboccia:
(battuta) " ci vediamo domani, vero?/ ti vedo domani, vero?" (E' successo ieri, ma non mi ricordo più precisamente...)
Lui, serio: "eh...purtroppo sì".
fine dello sketch

Ora, io mi auguro che si stesse riferendo alla noiosa lezione che ci aspettava il giorno seguente, e non a me... comunque, appena girato l'angolo, provavo un misto tra euforia per avergli detto se ci saremmo potuti vedere ancora, e preoccupazione, scomparsa subito dopo essermi annusata le ascelle -senza farmi vedere da alcuno-, per timore che proprio loro avessero condizionato una risposta così...strana (ho usato strana perchè voglio essere indulgente con me stessa, non voglio cadere in depressione post due-di-picche-alla-viglia-di-san-valentino e voglio crogiolarmi nell'illusione,ok?!?).

Per dovere di cronaca oggi a lezione non l'ho visto.

Ma io mi crogiolo, mi crogiolo, mi crogiolo...

Tuesday, February 05, 2008

Non sono scaramantica, ma..

Stamattina prima di uscire ho aperto il mio ombrello per controllare che non fosse rotto. Era rotto. Allora ne ho cercato un altro e ho aperto anche quello per controllare che non fosse rotto.

Sono uscita di casa e nell'ordine:
- ho perso l'autobus e oggi piove (altrimenti non avrebbe avuto senso cercare un ombrello).
- la lezione delle 9 è iniziata in ritardo, ciò ha significato che per arrivare puntuale a quella delle 11 sono dovuta uscire prima e correre come una pazza dall'altra parte del centro.
-la lezione delle 11 è saltata, ciò ha significato che ho corso come una pazza per nulla,perdendo anche le conclusioni della lezione delle 9.
- in via Indipendenza mi sono fermata a salutare cinquecento persone in cinquecento posti diversi (e io oooodio fermarmi in via Indipendenza a salutare le persone)

E siamo solo a metà giornata...

Friday, February 01, 2008

Material girl

Qualcuno mi ha detto che voleva che aggiornassi il blog, perchè tutte le volte che lo visitava era impaziente di leggere qualcosa di nuovo. E' un gran complimento. Allora ci provo, ad aggiornarlo. Solo che non mi viene bene scrivere a comando. E questo è un problema se vorrò fare la giornalista da grande.

E' un periodo in cui sono particolarmente acquietata dalle cose che ho. Intendiamoci, so bene che avere delle cose è una felicità fuggevole, un fenomeno non importante, che non incide sul mondo.

Però è meraviglioso alzarsi alla mattina e aprire l'armadio con un sorriso, truccarsi e sentirsi bella proprio grazie a quei vestiti e quei cosmetici...
Oppure riempire la tracolla per l'università e man mano che si infilano le cose ci si compiace dell'averle: l'agendina tutta verde, l'astuccino very fashion, il bellissimo portafogli e soprattutto il quaderno per gli appunti completamente coperto da disegni e foto...e la tracolla stessa.

Riflettendo un pò sulla superficialità di questi sentimenti, mi sovviene che per avere tutte queste cose, effettivamente ho dovuto rinunciare ad altro, tipo le vacanze sulla neve, o la festa di compleanno; inoltre non è che avere una gonna nuova o dei nuovi stivali aiuti ad affrontare tutto il resto: il professore stronzo, la fatica di studiare, la perdita di qualcuno, per fare esempi aggiornati. Anzi, davanti a queste circostanze particolari, le cose le si butterebbero dalla finestra, se servisse a risolvere o agevolare situazioni spiacevoli.

Quindi la conclusione è: è bello avere delle cose belle, ma non sono queste quelle importanti.

Chiedo umilmente scusa per il finale alla 7th Heaven, completo di ditino moralizzatore alzato, ma come dicevo prima, non sono mica capace di scrivere a comando, figuriamoci di scrivere conclusioni...

Conclusione numero 2: è bellissimo avere delle cose belle.
Questo va meglio, anche se il Reverendo Camden non approverebbe. Cacchi suoi..