Tuesday, August 26, 2008

Ma porc...

Ci sono quei momenti infami nella vita in cui ci si accorge di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Poi ci sono quei momenti ancora più infami in cui solo il luogo o solo il momento sono sbagliati. Secondo me questi sono peggiori, perchè innescano molti più se, molti più perchè e molti più ma porca dei primi.
Ma questa è solo la fine della storia, la morale. Andiamo con ordine.

Qualcuno ha in mente qualcosa di più sereno e simpatico di una madre e due figlie ormai grandi che si incontrano la domenica mattina per fare colazione insieme? Probabilmente sì, ma questa è comunque un'immagine serena e simpatica.

E allora eccole: la madre giovanile, la figlia maggiore imprenditrice di se stessa, la figlia minore...chessarei io.

Dove si va, allora?
Mah, facciamo al solito baretto, quello che fa le paste buone...
Quello dove è regolare che mi ingozzi e mi sbarosoli con il cioccolato?Ok, andiamo.

Le nostre arrivano e si siedono, bevono il loro cappuccino, mangiano la loro pasta. Mentre Chessarei io (non sembra il nome di un amico di Hattori Hanzo, quello di Kill Bill?!?!) ingoia l'ultimo boccone di cornetto al cioccolato, arriva il cameriere per sparecchiare.

Che solerzia, le tre pensano, mentre il ragazzo impila tazze e piattini nel vassoio.

- Alla fine l'hai presa la patente? chiede il cameriere a Chessarei io (che ha sicuramente residui di cioccolata ai bordi della bocca) con una bella voce profonda.

-Ehm...Eh sì, alla fine l'ho presa- risponde Chessarei io sfregandosi i bordi cioccolatosi della bocca e alzando lo sguardo per capire chi le può aver rivolto una così inusuale domanda.

Si trova davanti un barista marcantonaco, biondo con gli occhi azzurri, con belle mani e una voce come sopra. E ricorda.

Questo qui quasi tre anni fa, l'aveva incontrato a scuola guida (e sugli incontri a scuola guida della famiglia V. ci vorrebbe un post a parte), lei in procinto di prendere la patente, lui, appena sedicenne, impaziente di essere abilitato a guidare il motorino, tatino.

Chessarei io dà un'ulteriore occhiata allo spettacolo che si trova davanti. Non se lo ricordava così. Era sulla buona strada, quasi tre anni fa, ma non se lo sarebbe mai aspettato così.

Intanto, la madre giovanile e la sorella imprenditrice di se stessa colgono evidentemente i pensieri di Chessarei io e non vogliono perdere un solo particolare della scena, che poi racconteranno ad amici e parenti in ogni occasione con una perfidia degna delle sorelle di Cenerentola.

Ma la conversazione prosegue. Il barista fa una faccia da cucciolo abbandonato guardando fisso negli occhi Chessarei io, quest'ultima non ancora certa di aver tolto tutta la cioccolata dagli angoli della bocca.

- Anch'io ce l'avevo, ma poi l'ho dovuto togliere...

Momento di imbarazzante silenzio, finché lui non indica il piercing al sopracciglio. Chessarei io per un attimo ha temuto un tremendo colpo di scena.

-ahhh...come mai?
-Perchè ho perso un sacco di palline...per fortuna con gli altri non succede... vedi, qui sull'orecchio e sulla lingua...
Chessarei io si assicura che il povero barista sia ad almeno un braccio di distanza prima di lasciarsi andare a veloci pensieri da maniaca sessuale quale è. Poi si domina e continua la conversazione

-...E tu poi l'hai preso il patentino?
- Sì sì, anzi adesso devo prendere la patente della macchina.

Chessarei io fa un breve calcolo dell'età e chiede conferma
-Ah, giusto, perchè ora hai diciott'anni...
-19 a settembre!

Io amo qualunque essere nato nel 1989, figurarsi se è un barista (sa fare il caffè) alto e bello.

Poi per fortuna il ragazzo se ne va, lasciando Chessarei io con i suoi pensieri sui piercing alla lingua.
Nel frattempo la madre giovanile e la sorella imprenditrice di se stessa aspettano spiegazioni.
Chessarei io balbetta un paio di parole sconnesse ed è già conscia che l'aspetteranno momenti moolto imbarazzanti quando le altre due donne del clan si esibiranno nel racconto di questo incontro con amici e parenti, ovviamente inventando e ingigantendo particolari innocui.

E siamo giunti alla morale della storia.
Come sarebbe andata se Chessarei io fosse stata sola?
Perchè in una situazione rara come un'eclissi di sole dovevano essere presenti anche le due sorelle instronzite di Cenerentola?

Momento e luogo sbagliati portano con sé pochi dubbi e rimpianti.
Ma o momento o luogo sbagliati...
MA PORC...

Saturday, August 23, 2008

Il luogo magico e Rocco

E' sempre un magico viaggio in un magico luogo andare in vacanza con la Cazzona, ci si diverte, ci si rilassa, ci si insulta in simpatia (scaricatrice di porto sarai tu), insomma sembra di essere appunto in un magico luogo.


Nel caso specifico il magico luogo è un paesino dell'Abruzzo con abitanti under 7 e over 72, non esattamente una Rimini, per intenderci.
Dopo una settimana in cui il ritmo che scandiva le giornate era pressappoco cibo-bagno-cacca-nanna, rifletto sui buoni motivi che mi hanno fatto tornare a casa. Il cane che per farmi le feste mi sbava addosso? Il caldo assassino? Emanuel Ginobili con una orribile, evidente, incipiente calvizie (anche se questo dimostra che una giustizia esiste)?

Ma perchè invece non sono rimasta là? Arrampicarsi agevolmente sui giochi dei bambini e cipollare con i cellulari, conoscere personaggi come Ray Sugar Sandro, che ancora non ho capito se ci fa o ci è, visitare il paese preferito da D'Annunzio e il paese natale di Rocco Siffredi: questa è vita.

E invece ora siamo di nuovo qui, la Cazzona lavora e si interroga su certi suoi strani sogni, e io invece mi massacro l'anima pensando che tra un anno a quest'ora sarò laureata e temo di non farcela con gli esami, la tesi, il tirocinio...aaarrrggghhh!!!

In città le ansie e i dubbi nascono e aumentano. Nel luogo magico mangiavo Gocciole e imparavo a fare verticali sott'acqua.

Almeno ora ho visto con i miei occhi dove è nato Rocco. Bel posto.

Wednesday, August 06, 2008

Sono ancora viva...

Più di un mese che non scrivo, e non è capitato spesso da quando è nato il blog. Per cui posso afferare con piacere che sono ancora viva...

Ma è caldo, ed è più comodo leggere che scrivere. Per scrivere bisogna muovere le dita, che fatica.

E poi sono più di due settimane che provo a scrivere e mi blocco a metà, disgustando le parole che ho scritto. Che artista tormentata.

Comunque, per riprendere le redini della cronaca, urge uno schematico riassunto di quello che è capitato dall'ultimo post ad adesso, senza timore di essere autoreferenziale, perchè in fondo questo è il mio blog, e se non si parla di me nel mio blog, che cosa l'ho aperto a fare?
Quindi, nell'ordine:
- mi sono repentinamente innamorata di Aaron Eckhart, attore hollywoodiano, e conseguentemente e inevitabilmente ho visto circa il 70% della sua filmografia; da perfetta praticante di stalking.
- ho assimilato l'album "Viva la vida or death and all his friends" in più ho ripassato gli altri tre album, singoli e b-sides, per non arrivare impreparata al concerto del 29 settembre; (dei Coldplay, ovviamente, e se qualcuno non l'aveva capito, gli tolgo il saluto)
- prove odio-amore nei confronti di Facebook, non ho ancora capito se è spaventoso, per il fatto che i dati personali sono fondamentalmente spiabili, oppure è carino, perchè creare un network di amici è una cosa carina
- ho passato un fine settimana splatter, in montagna, con 15 gradi in meno dell'afosa Bologna, in attesa di partire per il ridente Abruzzo, la settimana prossima.

Il tutto contornato da pensieri, parecchio spaventosi ma in un certo senso positivi, su tesi, laurea specialistica, soldi, NewYork, lavoro, casa, amici, vita senza fidanzati, in ordine sparso.

Ok, per oggi basta, anche perchè sto combattendo con la volontà di premere "delete".

Uff, che sforzo con 'sto caldo...