Tuesday, November 11, 2008

Maledetto color cachi

Da sempre, da quando anch'io, come tutti, molti centimetri, chili e anni fa ero una piccola pargola, c'è una scena ricorrente che mi dimostra -ogni volta con maggior potenza- che il mondo è governato da Forze Sovrannaturali invisibili, e che noi poveri umani, rimarremo sempre piccoli pargoli al cospetto di queste...


E' domenica, una bella domenica di primavera, una delle prime domeniche dopo l'inverno e tu, Piccolo Pargolo, non vedi l'ora di uscire e giocare in giardino. Sfortunatamente, oggi è anche il compleanno della Zia Bursa, quella che abita lontanissimo e in camera da letto ha una bambola di ceramica seduta sul letto a cui gli occhi non si chiudono più bene, per cui spesso, quando vai a posare i cappotti, te la ritrovi davanti che ti fissa con un occhio completamente aperto e uno completamente chiuso...brrr...
Come se non bastasse, la tua mamma ieri ha anche fatto shopping per te, e quale migliore occasione per spianare i vestiti nuovi?!?!?
Camicia, fastidiosamente inamidata, maglione di lana che pizzica da morire e un bel paio di pantaloni color cachi. E per fortuna che almeno le scarpe sono quelle vecchie.

E già da qui, Piccolo Pargolo, dovresti capire che sarà un miracolo se arriverai intero a stasera.

Arrivati dalla Zia Bursa, dopo un pezzo di torta con le tagliatelle e un giro di educati saluti ai vari indistinti parenti riuniti in salotto, finalmente sei libero di andare a giocare in giardino con gli altri under 13 del clan.

Ma non hai nemmeno varcato la porta del salotto, che tua madre ti blocca e pronuncia, davanti a testimoni, le fatidiche parole che hanno in loro una vaga nota di terrorismo psicologico:
"stai attento a non sporcarti che sei vestito di nuovo"

Allora tu, che ti ricordi dell'altra volta, che anche se è il tuo primo ricordo d'infanzia sai che c'è stata almeno un'altra volta, tu ti fermi e convinto di quello che dici le rispondi: "sì, sto attento".

Ma le Forze Sovrannaturali invisibili, sono in agguato. Hanno ascoltato lo scambio di battute e non vedono occasione migliore per sferzare un attacco. Dal canto tuo, vuoi veramente non sporcare i vestiti; passi per il maglione che è scuro, ma i pantaloni color cachi, anche se non ti intendi molto di vestiti, intuisci che sono delicati, indifesi e per questo una minaccia per te e il tuo status quo.

Ma dopo aver giocato per un po' a far rimbalzare la palla sul marciapiede, decidi che se fai un cauto passo verso l'erba, non succederà nulla di irreparabile, al massimo ti sporchi le scarpe che comunque sono vecchie. E infatti nulla succede perchè le Forze Sovrannaturali oltre a essere invisibili sono anche subdole: ti danno l'illusione di poter gestire le cose ma basta abbassare la guardia per un microsecondo che colpiscono senza pietà.

Come nel caso in cui, acquistata un po' di fiducia, valuti che una partitina a calcio non può fare male, e per maggiori garanzie ti offri di stare in porta.

Purtroppo però la tua inesperienza di vita, i tuoi pochi anni e la conseguente poca capacità valutativa segneranno la tua sconfitta.

Infatti dopo un paio di azioni di gioco tranquille, un rasoterra di un maledetto cugino di terzo o quarto grado, ti costringe a un elegantissimo tuffo, che non lascia scampo ai tuoi pantaloni color cachi. Le Forze Sovrannaturali hanno colpito.

Appena ti rendi conto dell'accaduto, con il pallone ancora in mano, la cosa a cui riesci a pensare è una sola: "e adesso?"

Le vie di fuga non sono molte e non ricevi grande aiuto dai cugini che, accorgendosi dell'accaduto, si godono la tua reazione di terrore e impotenza pensando "prima o poi tocca a tutti". Che stronzi i cugini a volte.

La prima cosa da fare è smettere di giocare. ti accucci sul ciglio del marciapiede e rifletti. Cacchio, mi son seduto su una cacca di piccione! No, vabbè quella viene via...

E in quei momenti il tempo passa veloce come la luce, non ti dà nemmeno il tempo di respirare, e così arriva il momento di tornare a casa.
Tendenzialmente la tattica è nascondere la strisciata di erba alla mamma, almeno fino alla macchina, e poi sperare di arrivare fino a casa, in modo da mettere nel cesto dei vestiti da lavare il corpo del reato nel più breve tempo possibile. e che il Signore ti aiuti.

Quella volta su venti che questa tattica ha successo tu, mio Piccolo Pargolo, giungi alle prime, capitali conclusioni della tua vita:

- decidi che il tuo scopo nella vita sarà quello di combattere senza quartiere le Forze Sovrannaturali, ma già adesso hai la vaga sensazione che quando e se ne uscirai, lo farai sconfitto;
- odierai per sempre i pantaloni color cachi, ché se fossero stati un paio di jeans non si sarebbe neanche vista 'sta macchia;
- non giocherai mai a uno sport outdoor, sotto i piedi pretenderai sempre parquet, linoleum o mattonelle, ché è meglio un ginocchio sbucciato e il dolore fisico anziché la cazziata di tua madre - che per la cronaca, non crederà mai alla storia delle forze sovrannaturali, e penserà solo che sei un sumarnàz.

Monday, November 03, 2008

Non credevo che scene del genere potessero accadere sul serio

Non rompo specchi da anni.
Non mi cade il sale in tavola, e se succedesse, pronta, ne butto un pizzico alle mie spalle.

Nel raggio di centinaia di metri da casa mia, non vivono gatti neri che possano attraversare la strada.

Ho paura di passare sotto le scale aperte, quindi non lo faccio mai, nemmeno quando sono sovrappensiero.

Non apro gli ombrelli in casa (a meno che per "casa" non si intenda l'androne del palazzo).

Tra l'altro, recentemente ho pestato una cacca di cane che, da che mondo e mondo, dovrebbe portar fortuna.


E invece l'ultimo fine settimana mi sta facendo riflettere (e imprecare) sulla superstizione, sulla fortuna, eccetera eccetera.

Per esempio, non credevo che scene del genere potessero accadere sul serio:


Andare in gelateria, farsi fare una coppetta con mascarpone e cioccolato fu
so, uscire dalla gelateria e osservare impotente la stessa coppetta sfracellarsi di testa sulle mattonelle di cemento urlando "nooooooooo!" e poi, dopo essersi riprese dallo shock riferire a un gruppetto di complete estranee, tutte con un bel gelatone in mano, che hanno assistito al misfatto: "è la scena più brutta della mia vita".

Partire per un appuntamento in ritardo perchè "tanto ci metto 5 minuti in macchina", scendere in cortile e scoprire che la batteria è andata (per completezza, in autobus di minuti se ne impiegano più di 20 per arrivare all'appuntamento);


E infine, il mio episodio preferito All'ultimo giro di riscaldamento della prima partita della stagione, dopo 2 mesi di fatica per imparare schemi d'attacco e di difesa, dopo aver fantasticato ore sul debutto con la nuova squadra, dopo aver preparato l'elastico per capelli adatto, le mollette, i lacci delle scarpe, all'ultimo tiro dell'ultimo giro di riscaldamento cadere rovinosamente sulla caviglia destra, che in 10 anni di stoica carriera cestistica non aveva mai mostrato cedimenti e debolezze, e zoppicare fuori campo, ricordando -a causa della divisa bianca- più una gelataia in sovrappeso che una giocatrice di basket.

Per completezza, il giorno dopo si sarebbe dovute andare a vedere High School Musical 3, di cui si sono già assimilate tutte le canzoni e per cui non si sta più nella pelle da mesi, ma la caviglia ha il diame
tro della multisala, per cui si è optato per l'assoluto riposo (sigh...).

Ma così è la vita, e ciò che accade ha sempre un motivo, che ci permette di imparare e riflettere sul fatto che "la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede bene". E non ha pietà.


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