Monday, July 02, 2007

Cacciatrice d'autografi

Proprio come nei peggiori film in cui lo sceneggiatore non sa come iniziare la storia, qualche minuto fa ero in camera mia che rovistavo nella libreria e mentre con una mano tentavo di afferrare un orrendo soprammobile perché non cadesse e con l’altra di sfilare un blocco di fogli da disegno, ecco che sfugge dal mio controllo il preziosissimo quaderno degli autografi, che cade e picchia violentemente (con lo spigolo! Ahia!) sul mio piede prima di fermarsi al suolo.
Dopo le imprecazioni del caso, proprio come nei peggiori film, raccolgo il quaderno, mi siedo sul ciglio della terrazza e per magia alla radio passa un pezzo evocativo, malinconico e melenso all’inverosimile (qualsiasi pezzo di Damien Rice, tipo…), così inizio a sfogliare le pagine (è decisamente un film di bassa categoria!)

Le firme sono tutte di atleti – ovviamente! – calciatori, giocatori di basket e anche un pallavolista. Non sono poi così tante ma tutte hanno una storia particolare alle spalle.

Prendere gli autografi potrebbe sembrare solo una lieve (ma pur sempre preoccupante) forma di feticismo, però posso garantire che è un’emozione incredibile, l’adrenalina ti fa sentire invincibile e il sorriso ti rimane stampato in faccia per ore. Userò la metafora delle attrazioni di Mirabilandia per tentare di rendere l’idea.

Il primo è di Franz Granvorka, pallavolista francese nero e con delle mani bellissime. È importante perché è il primo! Avevo 14 anni e l’ormone che cominciava a muoversi… È stato il primo giro sulla Sierra Tonante, le montagne russe e quello, te lo ricordi per tutta la vita.

Il secondo invece è di Carlos Delfino, meraviglioso giocatore di basket argentino (ai tempi fortitudino, sigh!), moro con gli occhi verdi, che ora gioca in NBA con uno stipendio stratosferico. Il suo autografo è stato come il secondo giro sulle montagne russe: credi di sapere che cosa ti aspetta, ma in cima alla prima salita, quella vertiginosa, capisci di aver sottovalutato la cosa, e l’urlo che esce dalla tua bocca è di paura vera…poi quando scendi, capisci che sei pronta per il salto di qualità: il Katun.

Sabato 12 febbraio 2005: vigilia di Bologna - Palermo del campionato di calcio. A scuola c’era assemblea d’istituto, io e alcune mie amiche stavamo tornando verso l’autobus, e dall’altra parte del marciapiede (in via Indipendenza, di fronte alla nutelleria) scorgo un nutrito gruppo di persone vestite tutte uguali, pantaloni della tuta e giacca nera e rosa. Appena fiuto la possibilità di guadagnarmi un nuovo succulento cimelio, abbandono zaino e amiche e attraverso come un fulmine la strada, cercando il mio beniamino. Dopo gomitate e spintoni agli altri ignari giocatori, riesco ad avvicinarlo e con la voce più da barboncina che posso gli chiedo: “scusa Christian, mi fai un autografo?” lui ovviamente esegue, mentre io lo guardo con aria sognante…ah, Christian è Christian Zaccardo, difensore del Palermo e della nazionale campione del mondo…è quello che ai mondiali ha fatto quello spettacolare autogol contro gli USA…nessuno è perfetto.

Tornando dalle mie amiche, con il sorriso stampato di cui sopra, non mi sentivo più le gambe, e le mani mi tremavano, proprio come quando scendi da Katun…meraviglioso!

Ne ho anche altri, ma il post diventerebbe troppo lungo. Questo è un assaggino di quello che succede quando si innalza qualcuno a idolo. Infatti la mia prossima missione da cacciatrice di autografi sarà andare a Roma i primi di ottobre e procurarmi la firma dell’unico vero mio idolo sportivo, Nesterovic, che con la sua squadra (i Raptors di Toronto, dove gioca anche Bargnani) fa un tour in Italia… andrò là con la sua canotta di quando giocava nella virus e probabilmente l’emozione sarà tanta che o non riuscirò a parlare, oppure gli attaccherò un bottone lunghissimo, sempre ammesso che si ricordi ancora l’italiano…magari, tra una chiacchiera e l’altra, gli chiedo anche di sposarmi…

Se qualcuno vuole vedere la Magda in azione è il benvenuto… :)

1 comment:

Sr said...

ecco vedi, tu sei brava, vai in giro attrezzata, con penna, quadernino e tutto il resto...solo io, quando vedo i vipppssss non ho mai un cacchio con me!
uffi.
(ed in genere sono momenti in cui la nuvola è supersoffice...)
vabà.