Monday, November 03, 2008

Non credevo che scene del genere potessero accadere sul serio

Non rompo specchi da anni.
Non mi cade il sale in tavola, e se succedesse, pronta, ne butto un pizzico alle mie spalle.

Nel raggio di centinaia di metri da casa mia, non vivono gatti neri che possano attraversare la strada.

Ho paura di passare sotto le scale aperte, quindi non lo faccio mai, nemmeno quando sono sovrappensiero.

Non apro gli ombrelli in casa (a meno che per "casa" non si intenda l'androne del palazzo).

Tra l'altro, recentemente ho pestato una cacca di cane che, da che mondo e mondo, dovrebbe portar fortuna.


E invece l'ultimo fine settimana mi sta facendo riflettere (e imprecare) sulla superstizione, sulla fortuna, eccetera eccetera.

Per esempio, non credevo che scene del genere potessero accadere sul serio:


Andare in gelateria, farsi fare una coppetta con mascarpone e cioccolato fu
so, uscire dalla gelateria e osservare impotente la stessa coppetta sfracellarsi di testa sulle mattonelle di cemento urlando "nooooooooo!" e poi, dopo essersi riprese dallo shock riferire a un gruppetto di complete estranee, tutte con un bel gelatone in mano, che hanno assistito al misfatto: "è la scena più brutta della mia vita".

Partire per un appuntamento in ritardo perchè "tanto ci metto 5 minuti in macchina", scendere in cortile e scoprire che la batteria è andata (per completezza, in autobus di minuti se ne impiegano più di 20 per arrivare all'appuntamento);


E infine, il mio episodio preferito All'ultimo giro di riscaldamento della prima partita della stagione, dopo 2 mesi di fatica per imparare schemi d'attacco e di difesa, dopo aver fantasticato ore sul debutto con la nuova squadra, dopo aver preparato l'elastico per capelli adatto, le mollette, i lacci delle scarpe, all'ultimo tiro dell'ultimo giro di riscaldamento cadere rovinosamente sulla caviglia destra, che in 10 anni di stoica carriera cestistica non aveva mai mostrato cedimenti e debolezze, e zoppicare fuori campo, ricordando -a causa della divisa bianca- più una gelataia in sovrappeso che una giocatrice di basket.

Per completezza, il giorno dopo si sarebbe dovute andare a vedere High School Musical 3, di cui si sono già assimilate tutte le canzoni e per cui non si sta più nella pelle da mesi, ma la caviglia ha il diame
tro della multisala, per cui si è optato per l'assoluto riposo (sigh...).

Ma così è la vita, e ciò che accade ha sempre un motivo, che ci permette di imparare e riflettere sul fatto che "la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede bene". E non ha pietà.


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1 comment:

Unknown said...

Tempo fa ho letto: "non è che la fortuna è cieca... è più semplicemente stronza".