Avverbio di modo: parte invariabile del discorso che risponde alla domanda di analisi logica "in che modo?" (thanks to Maestra Claudia)
Riflettendo sul modo in cui diverse persone usano diversi avverbi, ho pensato che forse c'è una relazione tra l'avverbio preferito o più frequentemente usato e la persona stessa.
Non è uno scherzo. E' così che a volte passo il mio tempo.
Sobria e lucida, per di più.
Per esempio il mio preferito, quello che uso a ogni piè sospinto è fondamentalmente.
Lungo da pronunciare, con un suono tondo, cantilenante, di chi crede di avere la verità in tasca e la vuole ostentare, rimarca una certa saccenza che -fondamentalmente- non è estranea alla mia complessa personalità.
Quando ho chiesto la preferenza di mia sorella (che di lavoro fa l'editor), con la voce da perfettina mi ha risposto "il mio è estremamente. Lo devo correggere sempre nei testi che leggo". Non aggiungo altro.
I miei cugini ne hanno addirittura coniato uno tutto loro: faccialmente. Lo usano per descrivere le ragazze, i cretinetti. Anche in questo caso non aggiungo altro.
La mia collega-antropologa invece usa praticamente. A me piace, e credo ci sia un buon feeling con il mio fondamentalmente, perchè sono entrambi avverbi che cercano di portare ogni parola a cui sono applicati a un livello base, da cui partire o a cui arrivare.
Il mio capo usa molto concettualmente. Ora, a parte il fatto che non avrei nulla da ridire anche se dicesse caccalmente, in quanto mio capo (...), ha scatenato la mia curiosità perchè è segno di un modo di vedere le cose diametralmente opposto rispetto al mio: fondamentalmente va alla base, alle radici della situazione; concettualmente tende all'ideale e all'astratto.
Il mio capitano invece dice spesso tendenzialmente. Adoro come suona, ma anche qui è un punto di vista diverso dal mio. Tendenzialmente è più un in teoria che un in pratica, non svela le fondamenta, si limita a prendere atto dell'andamento dei fenomeni.
In conclusione, rileggendo per essere certa di essere stata chiara (eh?) secondo me funziona. Certo, nè Levi-Strauss, nè nessun altro mi verrà a stringere la mano per questa teoria, però mi sembra che regga.
A pensarci, forse mia sorella, che è nella stanza qui di fianco mi stringerà la mano, chissà.
Ma la domanda che sorge spontanea è: era veramente sobria e lucida quando ha riflettuto su questo argomento?