Io canto in macchina.
Non c'è un motivo preciso, lo faccio e basta, lo faccio perchè mi piace farlo.
Entro in macchina, mi metto la cintura, accendo il motore, accendo il lettore e parto. In tutti e due i sensi.
Ovviamente canto qualsiasi pezzo che la modalità casuale propone, giacchè sono una virtuosa in quest'arte.
Essendo autodidatta, tra l'altro con ottimi risultati, mi affido al mio orecchio, al mio istinto, senza preoccuparmi d'altro. Canto in macchina e basta.
A dire la verità sembro un po' il Tiziano Ferro di Mai dire Martedì, che dice parole a caso, però il più delle volte è intonato...
Comunque, urlare a squarcia gola in un inglese stentato e a volte proprio inventato non è un'attività considerata di pregio, di classe, insomma.
Per questo motivo, ho fissato una semplice regola che permette il massimo piacere con la minima perdita di spessore sociale.
E' mia convinzione che quando ci si ferma a un semaforo, e non si è i primi della fila, è opportuno abbassare il volume della radio e tacere. Il motivo è presto detto: quello davanti ti vede dallo specchietto. E se è l'uomo della tua vita? Se è il tuo allenatore che già ti considera una svampita? Potrebbe anche essere un perfetto sconosciuto, ma meglio non correre il rischio.
Anche perchè il cantare in macchina potrebbe essere allo stesso livello dello scaccolarsi in macchina, dello schiacciarsi i brufoli in macchina, dell'annuire o negare o comunque muovere la testa da soli in macchina e così via.
Conosco persone che se ne infischiano e cantano anche ferme al semaforo e con lo stereo al massimo, e le ammiro. Certo, almeno scegliere pezzi decenti invece di Roberto Vecchioni (Princess...), o gli N'sync (Cazzona...).
Non sono contraria ne a Vecchioni ne agli N'sync, magari però il buon gusto di interpretarli agli 80 in tangenziale, magari sarebbe apprezzato...
Comunque, qualsiasi sia la tecnica, qualsiasi sia il genere, mi batterò perchè tutti, nel mondo, nell'universo, possano dire senza vergogna: Sì, io cccaaaantooooo...
Non c'è un motivo preciso, lo faccio e basta, lo faccio perchè mi piace farlo.
Entro in macchina, mi metto la cintura, accendo il motore, accendo il lettore e parto. In tutti e due i sensi.
Ovviamente canto qualsiasi pezzo che la modalità casuale propone, giacchè sono una virtuosa in quest'arte.
Essendo autodidatta, tra l'altro con ottimi risultati, mi affido al mio orecchio, al mio istinto, senza preoccuparmi d'altro. Canto in macchina e basta.
A dire la verità sembro un po' il Tiziano Ferro di Mai dire Martedì, che dice parole a caso, però il più delle volte è intonato...
Comunque, urlare a squarcia gola in un inglese stentato e a volte proprio inventato non è un'attività considerata di pregio, di classe, insomma.
Per questo motivo, ho fissato una semplice regola che permette il massimo piacere con la minima perdita di spessore sociale.
E' mia convinzione che quando ci si ferma a un semaforo, e non si è i primi della fila, è opportuno abbassare il volume della radio e tacere. Il motivo è presto detto: quello davanti ti vede dallo specchietto. E se è l'uomo della tua vita? Se è il tuo allenatore che già ti considera una svampita? Potrebbe anche essere un perfetto sconosciuto, ma meglio non correre il rischio.
Anche perchè il cantare in macchina potrebbe essere allo stesso livello dello scaccolarsi in macchina, dello schiacciarsi i brufoli in macchina, dell'annuire o negare o comunque muovere la testa da soli in macchina e così via.
Conosco persone che se ne infischiano e cantano anche ferme al semaforo e con lo stereo al massimo, e le ammiro. Certo, almeno scegliere pezzi decenti invece di Roberto Vecchioni (Princess...), o gli N'sync (Cazzona...).
Non sono contraria ne a Vecchioni ne agli N'sync, magari però il buon gusto di interpretarli agli 80 in tangenziale, magari sarebbe apprezzato...
Comunque, qualsiasi sia la tecnica, qualsiasi sia il genere, mi batterò perchè tutti, nel mondo, nell'universo, possano dire senza vergogna: Sì, io cccaaaantooooo...