Alle scuole medie la prof di matematica e scienze ci ha portato al museo di Antropologia di via Selmi a Bologna. In questo museo oltre alla sezione di antropologia, c’era anche un’area dedicata all’anatomia animale. C’era lo scheletro di un cobra, di un rinoceronte, di un ippopotamo e perfino di un capodoglio.
In un angolo c’era lo scheletro di un coccodrillo, affiancato da un paio di cartelloni in cui erano specificate la razza e le particolarità. Mi ricordo che la guida ci fece fermare tutti in cerchio davanti al coccodrillo, e iniziò a spiegarci che animale straordinario fosse.
Venimmo a conoscenza che quel rettile, in apparenza uguale a tutti gli altri, in realtà ha una caratteristica quasi unica: agli esemplari maschi, nella stagione degli amori, si gonfia una impressionante protuberanza sul muso, all’altezza delle narici. Questo succede perché le femmine, in base alla grandezza della bolla, possano scegliere l’esemplare ideale con cui accoppiarsi.
Dopo anni in cui questa nozione è rimasta nei meandri della mia memoria a lungo termine, qualche tempo fa l’ho riportata alla luce e da allora, assieme alla metafora dei mammut e degli opossum, è tra i miei cavalli di battaglia.
La mia delirante teoria consiste in questo: come i coccodrilli maschi gonfiano una bolla e le coccodrille femmine scelgono in base alla bolla, così gli umani maschi gonfiano una bolla, che può essere caratteriale o attitudinale, in base alla quale le umane femmine li scelgono.
E’ chiaro che agli umani non cresce una protuberanza sul naso, farebbe un po’ schifo, ma in base a quello che dicono o quello che fanno, le umane dovrebbero essere in grado di capire se la bolla di qualcuno è abbastanza adeguata per loro. Per esempio, se uno è brillante, ha la battuta pronta, è sportivo, magari è pure mancino, ecco, potrebbe essere il mio coccodrillo (e non solo il mio… Forse è per questo che ce ne sono così pochi).
Il punto è che se questa darwiniana teoria prendesse piede, si assisterebbe a una semplificazione pazzesca dei rapporti uomo – donna, con un utile risparmio di tempo e energia da parte di entrambi i versanti.
È anche vero che i coccodrilli attuano questa strategia solo per la conservazione della specie, quindi il romanticismo fa a farsi friggere, però nei momenti di indecisione di una ragazza, dire “lui è il mio coccodrillo”, invece di specificare pro e contro di quella persona, può aiutare. O definitivamente distruggere, dipende dal livello di disperazione a cui è arrivata la ragazza…
In un angolo c’era lo scheletro di un coccodrillo, affiancato da un paio di cartelloni in cui erano specificate la razza e le particolarità. Mi ricordo che la guida ci fece fermare tutti in cerchio davanti al coccodrillo, e iniziò a spiegarci che animale straordinario fosse.
Venimmo a conoscenza che quel rettile, in apparenza uguale a tutti gli altri, in realtà ha una caratteristica quasi unica: agli esemplari maschi, nella stagione degli amori, si gonfia una impressionante protuberanza sul muso, all’altezza delle narici. Questo succede perché le femmine, in base alla grandezza della bolla, possano scegliere l’esemplare ideale con cui accoppiarsi.
Dopo anni in cui questa nozione è rimasta nei meandri della mia memoria a lungo termine, qualche tempo fa l’ho riportata alla luce e da allora, assieme alla metafora dei mammut e degli opossum, è tra i miei cavalli di battaglia.
La mia delirante teoria consiste in questo: come i coccodrilli maschi gonfiano una bolla e le coccodrille femmine scelgono in base alla bolla, così gli umani maschi gonfiano una bolla, che può essere caratteriale o attitudinale, in base alla quale le umane femmine li scelgono.
E’ chiaro che agli umani non cresce una protuberanza sul naso, farebbe un po’ schifo, ma in base a quello che dicono o quello che fanno, le umane dovrebbero essere in grado di capire se la bolla di qualcuno è abbastanza adeguata per loro. Per esempio, se uno è brillante, ha la battuta pronta, è sportivo, magari è pure mancino, ecco, potrebbe essere il mio coccodrillo (e non solo il mio… Forse è per questo che ce ne sono così pochi).
Il punto è che se questa darwiniana teoria prendesse piede, si assisterebbe a una semplificazione pazzesca dei rapporti uomo – donna, con un utile risparmio di tempo e energia da parte di entrambi i versanti.
È anche vero che i coccodrilli attuano questa strategia solo per la conservazione della specie, quindi il romanticismo fa a farsi friggere, però nei momenti di indecisione di una ragazza, dire “lui è il mio coccodrillo”, invece di specificare pro e contro di quella persona, può aiutare. O definitivamente distruggere, dipende dal livello di disperazione a cui è arrivata la ragazza…
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