Il freddo è implacabile nonostante le due paia di calze, la sciarpa di pile, i guanti.
Ma a lezione ci devo andare, anche solo perchè se sono al cospetto della Cinzia sono già fuori casa, e non avrebbe senso tornare dentro (più che altro è che c'è mia mamma in casa, colei che paga le rette, e tra il freddo e il terrore...preferisco il freddo).
Lungo il primo tratto di strada, più che altro devo fare lo slalom (con il manubrio pesantissimo perchè nel cestino c'è la tracolla) tra i vetri delle bottiglie; a un certo punto devo percorrere circa 70 metri in mezzo alla strada, per essere del minimo intralcio alle auto (che detta così sembra tutto il contrario).
E i brividi non sono finiti. Ora c'è il ponte. Grazie al cielo sul marciapiede c'è la pista ciclabile, che nessun pedone rispetta, ma che comunque è presente. Altro, peggiore problema: i freni non funzionano. Il vero freno è il mio piede. Il che su un ponte di discreta pendenza non è il massimo. Ma giorno dopo giorno, in un modo o nell'altro, riesco a cavarmela. D'altronde in discesa tutti i santi aiutano.
Dopo il ponte arrivano i Viali. Ne devo fare un piccolo pezzo, ma sufficiente perchè la Cinzia possa mostrare tutte le sue potenzialità. Quindi prendo velocità e sento l'aria (o meglio, lo smog) tra i capelli...che sensazione fantastica!
Se non fosse che alla fine del pezzettino c'è un bel semaforo che è rosso, e la Cinzia continua a non frenare. La maturità mi ha insegnato che due energiche pedalate sono più che sufficienti per arrivare al semaforo senza l'ansia di scatafasciarmi sul paraurti del 33.
Grazie al cielo sono all'ultimo tratto. Un po' di salita che serve a donarmi l'adorato rosa porcello, qualche cacca da schivare (che cavolo mangiano i cani di via Del Borgo?!?!?) e soprattutto il pezzo con l'asfalto a dossi, in cui se sono distratta (mai!) la Cinzia cerca di disarcionarmi. Stronza...
Finalmente arrivo. Parcheggio un po' distante perchè sono impedita a legarla al palo (non so se è noto quante teorie del perfetto incatenamento esistono...), e mi avvio.
Poi fra quattro ore c'è il ritorno...
Cinzia, I love you
Ma a lezione ci devo andare, anche solo perchè se sono al cospetto della Cinzia sono già fuori casa, e non avrebbe senso tornare dentro (più che altro è che c'è mia mamma in casa, colei che paga le rette, e tra il freddo e il terrore...preferisco il freddo).
Lungo il primo tratto di strada, più che altro devo fare lo slalom (con il manubrio pesantissimo perchè nel cestino c'è la tracolla) tra i vetri delle bottiglie; a un certo punto devo percorrere circa 70 metri in mezzo alla strada, per essere del minimo intralcio alle auto (che detta così sembra tutto il contrario).
E i brividi non sono finiti. Ora c'è il ponte. Grazie al cielo sul marciapiede c'è la pista ciclabile, che nessun pedone rispetta, ma che comunque è presente. Altro, peggiore problema: i freni non funzionano. Il vero freno è il mio piede. Il che su un ponte di discreta pendenza non è il massimo. Ma giorno dopo giorno, in un modo o nell'altro, riesco a cavarmela. D'altronde in discesa tutti i santi aiutano.
Dopo il ponte arrivano i Viali. Ne devo fare un piccolo pezzo, ma sufficiente perchè la Cinzia possa mostrare tutte le sue potenzialità. Quindi prendo velocità e sento l'aria (o meglio, lo smog) tra i capelli...che sensazione fantastica!
Se non fosse che alla fine del pezzettino c'è un bel semaforo che è rosso, e la Cinzia continua a non frenare. La maturità mi ha insegnato che due energiche pedalate sono più che sufficienti per arrivare al semaforo senza l'ansia di scatafasciarmi sul paraurti del 33.
Grazie al cielo sono all'ultimo tratto. Un po' di salita che serve a donarmi l'adorato rosa porcello, qualche cacca da schivare (che cavolo mangiano i cani di via Del Borgo?!?!?) e soprattutto il pezzo con l'asfalto a dossi, in cui se sono distratta (mai!) la Cinzia cerca di disarcionarmi. Stronza...
Finalmente arrivo. Parcheggio un po' distante perchè sono impedita a legarla al palo (non so se è noto quante teorie del perfetto incatenamento esistono...), e mi avvio.
Poi fra quattro ore c'è il ritorno...
Cinzia, I love you
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