Nonostante non abbia i mezzi per permettermi nemmeno il dentifricio con il suo nome sopra, Armani è il mio stilista preferito. L'eleganza, lo stile, la classe dei suoi abiti e accessori sono insuperabili.
Preciso che è stato proprio Giorgio in persona che, venendo a sapere del blog, di chi lo scrive e di chi lo legge ha ritenuto opportuno affidarsi a questo mezzo per rendere ancor di più visibili le sue aziende. Avrei potuto farmi pagare, ma data la grande stima che ci lega, ho rifiutato le sue generose offerte: alla fine del post saprà trovare un modo per ricompensarmi.
Ancor più importante della sostanza, in questo mondo è sicuramente l'immagine.
Ma Raul Bova che dalle pagine di un quotidiano afferma ammiccando "fatto a mano su misura", riferendosi ovviamente al suo abito sartoriale, non ha nulla di più di Matthew McConaughey che si lancia sul divano senza camicia. (Tra l'altro in una sua intervista ho letto che: "sicuramente io piaccio alle donne perchè ho un grande cuore..." 'A Matthew, ma vvvafffff....)
Ed è proprio qui che Armani si distingue dal resto del mondo della moda.
In ogni nuova campagna stampa riesce sempre a individuare il testimonial perfetto.
Magnini vince i Mondiali, ed ecco che praticamente subito l'arguto Giorgio lo prende sotto la sua ala protettrice;
il divino Josh azzecca un paio di film in cui recita da dio e Giorgio lo mette in posa e lo spoglia;
Gallinari diventa un fenomeno mediatico e Giorgio lo affigge su 200 metri quadri in centro a Milano.
Su Milano e la sua squadra di basket (l'Armani Jeans, appunto) ci dovrò ritornare, perchè se è vero che se la sta per comperare, io sarei perfetta come general manager e avrei già un'idea sui criteri d'acquisto dei giocatori...
Chiudo con una sua citazione che darà senso a tutto il post:
L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare.
Quant'èvvvvvvvèro, Giorgio.
Danilo Gallinari per Armani Jeans e Josh Hartnett per Emporio Armani Diamonds
Filippo Magnini per Emporio Armani 7